Autostima: come accrescerla con lo yoga

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Tutti noi vorremmo vivere e pensare e comportarci come un leone (o meglio una leonessa), sempre e comunque in ogni circostanza. Fiera, coraggiosa, regale, superba, padrona di se stessa e di ciò che la circonda. Tuttavia a volte la vita ci vede protagonisti di un’altra storia, fatta di incertezze, di situazioni che non riusciamo a sostenere, di insicurezze che ci portano ad immobilizzarci e a soffrire di bassa autostima. Può lo yoga combattere questa condizione? Certo. Vediamo come.

Cos’è la disistima

Quando si è in una condizione di bassa autostima? Quando ci su auto-convince che non si è abbastanza. Iniziamo col darle il giusto nome: “disistima”. Non è facile guardarsi dentro e accettare una condizione scomoda come questa. Infatti, dato che ognuno di noi può scegliere di condurre la propria vita a piacimento, teoricamente dovrebbe essere possibile accettarci così come siamo, ma in realtà ciò non accade. Perché? Il fatto è che esistono in noi spinte biologicheistintuali, emotive indirizzate a realizzare il nostro vero io e che ci animano per ottenere il meglio dalla vita.

Così come gli animali, che sono per istinto portati a trovare sempre la condizione migliore, così noi esseri umani, prima o poi, attraverso “la vita” fatta di esperienze che sono fatte di fallimenti, di delusioni, scopriamo la nostra indole e anche il ruolo in cui ci sentiamo a nostro agio. E, davanti all’ennesimo insuccesso, ci viene da chiedere: “cosa non funziona in me?”.

Cosa può fare lo yoga per chi soffre di bassa autostima

La condizione di disistima porta chi ne soffre a una chiusura più o meno totale con il mondo esterno e ad una latente depressione. Il corpo, che segue a tutti gli effetti i “moti dell’anima” si incurva, le spalle scendono verso il basso. Si tende a non guardare mai negli occhi l’interlocutore. Questo altera l’equilibrio del corpo sia fisicamente che a livello energetico, soprattutto per la zona del meridiano del polmone. Come può lo yoga aiutare questa situazione di squilibrio?
Prima di tutto lo yoga ha il grande pregio di aiutarci a comprendere che non siamo un semplice involucro. Attraverso le asana entriamo in profondità e scopriamo un mondo interiore in grado di guidarci e, all’occorrenza, di sorreggerci.

Il ruolo del respiro

Non bisogna mai dimenticare il ruolo fondamentale che gioca una corretta respirazione. Non solo permette di ritrovare il giusto equilibrio e rigenera il corpo ma permette anche di prestare maggiore attenzione alle zone del corpo in cui avvertiamo tensione, come, in questo caso, la zona delle spalle e della schiena che tendono ad incurvarsi per formare il “guscio” di “protezione”.

Nel mondo occidentale tendiamo a dare maggiore importanza alla fase inspiratoria (probabilmente per la paura di non potere più ricevere sufficiente aria, in una visione più pessimistica). Invece nella cultura orientale è piuttosto la fase della espirazione al centro della pratica. È l’espirazione che crea nuovo spazio, che libera dal “vecchio”, con la certezza di ricevere nuova aria, in una visione di certo più ottimistica.

Le asana più adatte per accrescere l’autostima

Le asana più adatte in questo senso sono quelle di equilibrio nelle quali la ricerca di stabilità diventa una condizione essenziale per il mantenimento e l’esecuzione: stabilità, sicurezza, fiducia in se stessi. Le asana, il respiro, gli esercizi di respirazione. Tutto torna. E tutto aiuta.

È attraverso l’esercizio fisico che si agisce sulla mente creando un percorso associativo di crescita. Oltre al fatto che la “conquista” dell’asana” (ritenuta prima “impossibile”) gratifica l’ego! Per eseguire le asana dell’equilibrio chi soffre di disistima proverà un qualche disagio ma sarà con la piccola conquista di ogni attimo che si accresce la consapevolezza che “si può fare”. Si può riuscire a stare meglio.

La sequenza di asana consigliate per ritrovare l’equilibrio

Ecco una sequenza di asana per ritrovare il benessere e compiere i primi passi per combattere la disistima.

  • Sasha Mudra: In ginocchio seduto sui talloni, porta il busto avanti e appoggia a terra gli avambracci. Inspira mentre porti in avanti il mento.
  • Svanasana: Il cane a faccia in giù, una delle posizioni più note. Parti dalla posizione del bambino supina, con i glutei appoggiati sui talloni, le braccia stese in avanti, la fronte a terra. Da qui, espirando, premi forte i palmi delle mani a terra, solleva i glutei verso l’alto mantenendo i piedi larghi quanto le anche e cercando di portare i talloni a terra. Allontana le spalle dalle orecchie attivando i quadricipiti per sollevare le rotule e stendere le gambe, attivando anche l’addome per espandere il torace. Mantieni la massima estensione della schiena, se necessario anche sollevando i talloni o piegando le ginocchia.
  • Trikonasana: la posizione del triangolo. Posizionati in piedi sul tappetino e distanzia i piedi tra di loro. La distanza tra i piedi dovrà essere di circa due volte e mezzo la larghezza delle spalle. Mantieni le piante dei piedi parallele e appoggiate a terra in modo stabile. Mantieni la testa, le spalle e le anche rivolte in avanti. Solleva le braccia all’altezza delle spalle con i palmi delle mani rivolti verso il basso. Gira lateralmente il piede destro di 90 gradi verso destra e inclina lievemente verso l’interno anche il piede sinistro. Non piegare le gambe e cerca di tenere i talloni in linea. Mantenendo le braccia tese e allineate tra di loro, inclina il busto verso destra, sollevando il braccio sinistro e abbassando il braccio destro. Tieni la colonna vertebrale e le gambe dritte. Può succedere che l’anca sinistra si sollevi leggermente, cerca però di non farla venire in avanti perdendo l’allineamento con il corpo. Appoggia la mano destra sul polpaccio, sulla caviglia o sul tappetino (a seconda della tua flessibilità). In ogni caso non appoggiarla mai sul ginocchio, perché il peso eccessivo potrebbe dare fastidio all’articolazione. Tieni il braccio destro allungato verso l’alto, possibilmente perpendicolare al pavimento, con il palmo della mano diretto verso sinistra. Mantieni la testa allineata con la colonna vertebrale o, se possibile, guarda la mano sinistra. Respira con calma e mantienila per qualche minuto.
  • Utthita Parsvakonasana: la posizione dell’angolo laterale esteso. Espirando allarga le gambe fino a portare i piedi a circa un metro tra loro. Appoggia le mani sui fianchi e ruota il piede sinistro verso destra, quindi verso l’interno, e il piede destro di 90 gradi verso destra. I talloni, che devono essere allineati. Espirando, fletti il ginocchio destro di 90 gradi portandolo sopra la caviglia destra con la tibia perpendicolare a terra. La coscia dovrebbe essere parallela al suolo. Porta in avanti il busto fino ad arrivare alla coscia della gamba piegata e appoggia la mano destra all’esterno del piede destro. Spingi il ginocchio destro verso l’interno del braccio. Non sforzarti troppo. Arriva col braccio sinistro sopra la testa, fino a toccare l’orecchio sinistro; dopodiché metti la mano in avanti con il palmo verso terra. La testa deve essere in linea con la spina dorsale e lo sguardo verso l’alto. Per tornare alla posizione iniziale, inspirando, pianta entrambi i piedi a terra allungando il braccio destro verso l’alto, sollevando il busto ed estendendo il ginocchio. Compi dei respiri profondi e ripeti tutto dall’altro lato.
ph. Dane Wetton su Unsplash